Microfratture Condrali
L'intervento di microfratture o microperforazioni condrali viene eseguito per cercare di riparare un difetto cartilagineo. Introdotta molti anni fa, questa procedura artroscopica utilizza le capacità di guarigione dell’osso subcondrale da cui fuoriesce midollo osseo per rigenerare il difetto.
Il paziente presenta un difetto a tutto spessore con esposizione dell’osso sottostante in un'area di carico tra il femore e la tibia o in un'area di contatto tra la parte posteriore della rotula e il femore.
Quali fattori dovrebbero essere considerati prima dell’intervento di microfrattura?
Fondamentale valutare età e attività del paziente e l’allineamento dell’asse meccanico del paziente, infatti pazienti con ginocchio varo o valgo non sono buoni candidati a questa procedura. In generale, le microfratture vengono eseguite meglio nei difetti della cartilagine che hanno una buona cartilagine circostante. Inoltre, le microfratture danno risultati migliori nei difetti cartilaginei più piccoli, solitamente di dimensioni inferiori a 2 cm2. Difetti cartilaginei più grandi possono richiedere altre strategie di trattamento per offrire al paziente le migliori possibilità di ottenere un buon risultato.


Come si esegue?
L’intervento di microfrattura viene eseguito in artroscopia. Nella maggior parte dei casi, le microfratture vengono eseguite sui condili femorali, dove i risultati sono migliori. Inoltre, la dimensione del difetto da trattare può essere determinante perché i difetti più piccoli hanno una guarigione migliore del tessuto cicatriziale fibrocartilagineo che si viene a creare nell’area sottoposta a microfrattura.
Quando viene eseguito un intervento di microfrattura, vengono praticati dei fori nell'osso esposto, privo di rivestimento cartilagineo, a circa 4 mm di distanza, per cercare di rilasciare alcune cellule staminali provenienti dal midollo osseo che alla fine formeranno un coagulo e poi un tessuto cicatriziale nell'area della microfrattura. La tecnica della microfrattura produce una superficie ossea ruvida alla quale il coagulo aderisce più facilmente. Questo coagulo alla fine matura in un tessuto riparatore solido che diventa liscio e resistente.
Durante il periodo iniziale, il coagulo rischia di staccarsi se il paziente carica sull’arto operato; questo è il motivo per cui i pazienti vengono tenuti senza carico per 6 settimane dopo questa procedura. Inoltre, il movimento costante passsivo del ginocchio sull'area della microfrattura può aiutarla ad adattarsi meglio al contorno cartilagineo intatto. Questo è il motivo per cui si può analizzare il kenetec nel postoperatorio per cercare di garantire che la microfrattura abbia la migliore superficie di guarigione.
Com'è il recupero post-intervento?
Il programma riabilitativo è fondamentale per ottimizzare il successo della tecnica chirurgica. Il carico viene solitamente iniziato 6 settimane dopo la microfrattura. Durante questo periodo, è importante seguire una lenta progressione del carico per consentire al tessuto microfratturato di indurirsi maggiormente nel tempo. Se le attività vengono avviate troppo rapidamente dopo l’intervento, la microfrattura potrebbe non guarire. Se la microfrattura guarisce con un tessuto di scarsa qualità nonostante ricopra l’osso subcondrale, potrebbe non essere funzionale e i pazienti potrebbero avere una recidiva della patologia. A seconda della posizione della microfrattura e della dimensione del difetto, possono essere necessari dai 4 ai 7 mesi per guarire al punto in cui i pazienti possono aumentare le proprie attività e potenzialmente iniziare attività di impatto.
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