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Frattura delle spine tibiali

L'avulsione delle spine tibiali è una lesione traumatica del ginocchio, in cui una parte dell'osso, comunemente il punto di inserzione del legamento crociato anteriore (LCA) sulla tibia, viene strappata via. Questa lesione si verifica soprattutto nei bambini e negli adolescenti, poiché la loro struttura ossea non è completamente sviluppata, ma può presentarsi anche negli adulti.

Ecco una panoramica su classificazione, diagnosi, trattamento e protocollo postoperatorio dell'avulsione delle spine tibiali.

Classificazione

La classificazione più utilizzata è la classificazione di Meyers e McKeever, che suddivide le lesioni in base al grado di scomposizione del frammento osseo:

  1. Tipo 1: assente o minima dislocazione del frammento dall’epifisi prossimale di tibia –
  2. Tipo 2: dislocazione di 1/3–1/2 del frammento avulso, che viene sollevato ma rimane ancorato al bordo posteriore con l’epifisi prossimale di tibia
  3. Tipo 3: completa separazione del frammento avulso dall’epifisi prossimale di tibia, con dislocazione in alto e rotazione
  4. • 3a: completa avulsione senza rotazione del frammento
  5. • 3b: avulsione con rotazione del frammento.

Nel 1977 Zaricznyj aggiunge alla classificazione suddetta il Tipo 4: avulsione comminuta. La prognosi dipende dal tipo di frattura (il quarto tipo ha la prognosi peggiore) e dal trattamento adottato (il tipo 2, se non adeguatamente trattato, porta a risultati non soddisfacenti).

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Diagnosi

La diagnosi dell'avulsione delle spine tibiali si basa su una combinazione di esame clinico e imaging:

⦁ Esame fisico: I pazienti presentano dolore, gonfiore e difficoltà nella mobilizzazione del ginocchio. Spesso si riscontra instabilità anteriore del ginocchio simile a quella osservata nelle lesioni del LCA.

  1. ⦁ Radiografia: Rappresenta il primo esame diagnostico e può mostrare il distacco della spina tibiale e la sua posizione.
  2. ⦁ TAC (Tomografia Computerizzata): Utile per determinare la morfologia esatta della frattura e la posizione del frammento osseo e per pianificare l’intervento chirurgico
  3. ⦁ RMN (Risonanza Magnetica): Essenziale per valutare lesioni associate, come lesioni meniscali o legamentose, che possono accompagnare l’ avulsione delle spine tibiali

Trattamento

Il trattamento dipende dal grado di scomposizione e dalla stabilità dell'articolazione:

Trattamento conservativo: Indicato per le fratture di Tipo I e alcune fratture di Tipo Il in cui il frammento è parzialmente stabile. Consiste in:

  1. Immobilizzazione: Il ginocchio viene immobilizzato in estensione per 3-6 settimane, generalmente con un tutore rigido.
  2. Riposo e controllo del carico: si evita il carico sull'arto durante la fase iniziale di guarigione.
  3. Trattamento chirurgico: Indicato per fratture di Tipo II (se instabili), Tipo III e Tipo IV, dove il frammento è dislocato. Le opzioni chirurgiche includono:


  1. Riduzione e osteosintesi: il frammento viene riposizionato e fissato con viti, fili o suture transossee attraverso tecniche artroscopiche.
  2. Artroscopia: Tecnica minimamente invasiva, che permette di valutare e trattare lesioni associate, come lesioni meniscali o dei legamenti.
  3. Riduzione e osteosintesi con suture: In caso di pazienti pediatrici, si può preferire la fissazione con suture transossee al posto delle viti, per evitare interferenze con la crescita ossea.


Protocollo postoperatorio

Il protocollo postoperatorio è fondamentale per garantire il recupero della stabilità e della funzionalità del ginocchio.

Prima fase (0-4 settimane):

  1. Immobilizzazione: Il ginocchio viene immobilizzato in estensione per 2-4 settimane, in base alla stabilità della fissazione.
  2. Scarico dell'arto: Si evita il carico sull'arto per permettere alla frattura di consolidarsi.
  3. Movimento passivo assistito: nei pazienti con riduzione stabile, può essere consentito un movimento passivo per prevenire rigidità articolare, spesso utilizzando una macchina CPM (Continuous

Passive Motion) o Kinetec

Seconda fase (4-8 settimane):

  1. Mobilizzazione progressiva attiva dell'articolazione per migliorare la flessibilità e prevenire la perdita di movimento.

Carico parziale: graduale introduzione del carico sull'arto

Terza fase (8-12 settimane):

  1. Carico completo: In assenza di dolore e con buona consolidazione, si può iniziare il carico completo.

Fisioterapia avanzata: Programma di esercizi mirati al rafforzamento muscolare, alla propriocezione e alla stabilità del ginocchio. Gli esercizi isometrici e la resistenza progressiva sono inclusi per migliorare la funzionalità.

Quarta fase (oltre 12 settimane):

  1. Rieducazione funzionale: Fase avanzata di fisioterapia per il recupero della piena funzionalità. Si introducono esercizi specifici per il recupero della propriocezione, dell'equilibrio e del coordinamento.
  2. Ritorno graduale all'attività sportiva: Nei pazienti sportivi, la riabilitazione è più intensa per garantire il ritorno all'attività senza

Rischio di reinfortunio.

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